“Stupidità e sfortuna giocano a rubamazzo anche nella casa dei signori”, scriveva Andrea Molesini nel libro che ha reso celebre la villa oltre i confini del Quartier del Piave
La storia di Villa Spada e del Tempietto, tanto cari a Refrontolo, è una di quelle che sono passate attraverso lo splendore di fine ‘800, la Grande Guerra, la ricostruzione e la rivalutazione del patrimonio artistico.
La costruzione della Villa fu iniziata nella seconda metà del Seicento per opera della famiglia Marzer, e fu completata nel tardo Ottocento, epoca in cui passò agli Spada. Nel primo Novecento era chiamata villa Antonietta e si configurava come una vera e propria residenza signorile. C’erano il parco-giardino, la sala delle biciclette, la sala scherma, l’oratorio privato, la rimessa delle carrozze. Le scuderie erano situate a occidente, presso l’attuale fabbricato Meneghetti. Le sale interne erano finemente arredate con tanto di biliardo e pianoforte.

Le fasi di costruzione della Villa possono essere sintetizzate in una prima fase seicentesca, di cui si conserva il corpo di fabbrica a “L”, collocato sul lato nord-orientale della corte, una fase ottocentesca che vede la costruzione dell’edificio con impianto in parte simmetrico, unito ad angolo retto al corpo seicentesco, e una seconda fase ottocentesca che vede la costruzione di altri corpi di fabbrica che ampliano il complesso sul lato orientale. La fase settecentesca vede la ristrutturazione del corpo di fabbrica sul lato occidentale, a ridosso della via della Chiesa, con caratteri formali autonomi, successivamente rimaneggiato. A completamento della Villa, situata in prossimità della Chiesa, si trova la Barchessa su due piani, restaurata nel tardo Ottocento.

Nel novembre del 1917, l’intero edificio (compreso della Barchessa) fu requisito dagli Austriaci e divenne Quartier Generale del Comando Austro-Ungarico. La villa fu scassinata, saccheggiata e occupata!
Poi, durante l’offensiva del giugno 1918, Refrontolo fu duramente colpita, teatro di una sanguinosa battaglia: più di cinquecento granate colpirono il paese, vi furono moltissimi morti, dispersi e feriti, senza contare tutte le persone che morirono di stenti successivamente.
Stupidità e sfortuna giocano a rubamazzo anche nella casa dei signori. (da “Non tutti i bastardi sono di Vienna” Andrea Molesini, premio Campiello 2011, che narra proprio dell’occupazione di Villa Spada ed è ispirato dai fatti realmente accaduti e tratti da Il diario dell’invasione di Maria Spada).

Il Tempietto, elegante struttura a base circolare con sei colonne provviste di capitelli corinzi e al centro una statua della Madonna, fu anch’esso seriamente danneggiato e crollò poco dopo per un violento temporale. Fu ricostruito nel 1992 e donato al Comune dal dott. Nicolò Spada e dalla signora Raffaella Augugliaro. Sulla copertura, in legno, in rilievo è scritto: TEMPIETTO DI VILLA SPADA DONO DEL DR NICOLÒ SPADA AL COMUNE DI REFRONTOLO A.D. MCMXCIII.

Villa Spada è stata qualificata come bene culturale nell’ottobre del 1999 e inserita nell’elenco dell’Istituto Regionale delle Ville Venete come Villa Marzer, Battaglia, Spada. La Barchessa e il corpo centrale della Villa sono state donate al comune di Refrontolo dal notaio Giovanni Candiani, proprietario del 50% della struttura. L’altra metà è tuttora di proprietà dei fratelli Peretti.
La Barchessa è stata restaurata e viene ora utilizzata per eventi e attività culturali; la cosidetta “casa rossa”, invece, è stata oggetto di restaturi agli arredamenti e d’interventi strutturali.
Speriamo che, l’interesse sempre più crescente per le nostre zone, porti nuove possibilità di vedere questa bellissima Villa rivivere del suo antico splendore.
Debora Donadel

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