Avete letto la nostra rubrica nel mensile 2025? Di “Custodi e Innovatori” ne riparleremo il prossimo mese anche qui nel blog.

Intanto riportiamo l’ultima tranche della rubrica dedicata ai Campanili del Quartier del Piave e della Vallata concludendo il viaggio iniziato a gennaio 2024 alla scoperta di questi preziosi simboli della nostra comunità.

Ringraziamo per il prezioso contributo il professor Enrico Dall’Anese che ha fornito gran parte degli articoli di questa rubrica e che speriamo possa avere il giusto riconoscimento che va ben oltre la pubblicazione nel nostro piccolo blog.

Come al solito potete visionare e leggere gli articoli originali cliccando sulle cover qui sotto.

I campanili di Moriago e Mosnigo

Di Enrico Dall’Anese

Dalla relazione Pancotto del 1929 si apprende che la Torre dei Caminesi di Moriago fu adibita a torre campanaria, con due campane, verso la fine del secolo XVI. Nel maggio 1873 le campane furono sostituite da un “terzo” con note sol-fa-mi, fuse dalla fonderia Colbachini di Bassano.

Durante l’anno dell’invasione nemica (1917-18) la torre fu smozzicata dai colpi dell’artiglieria italiana d’oltre Piave, che non poteva lasciare sussistere un posto di vedetta e di resistenza troppo prezioso per il nemico.

Anche le campane furono asportate dagli Austriaci per essere convertite in materiale bellico. Complessivamente le campane asportate furono otto: la maggiore, la mezzana, la piccola, quella sulla chiesa, quella all’interno della parrocchiale, le campane di San Gaetano e del cimitero, i cinque campanelli degli altari e la campanella per l’accompagnamento del Santo Viatico.

Campanile di Moriago
Campanile di Moriago della Battaglia, foto di Gianangelo Breda, Fotoclub Sernaglia

Alla fine del 1924 fu completato il nuovo campanile, alto m. 35.

Fu progettato dall’architetto Alpago Novello, in stile romanico, e richiama quello della chiesa trevigiana di San Martino. I mattoni, come quelli della chiesa, provennero dalla locale fornace.

Le campane furono rifuse col bronzo della vittoria dalla stessa fonderia Colbachini nel 1925.

Anche questo campanile fu preso di mira e bruciato all’interno dal Comando Tedesco e dai fascisti alla fine del secondo conflitto mondiale, il 31 agosto 1944. I Tedeschi sostenevano che dal campanile erano partite segnalazioni luminose contro di essi da parte dei partigiani del paese.

Piani e scale furono ricostruiti in soli ottanta giorni.

Quanto alla vetusta torre dei Caminesi, negli anni 2000-2001 si pose mano ad un radicale restauro che riguardò il consolidamento strutturale, il trattamento conservativo, l’intervento sulle fughe e il ripristino della base.

Il 21 maggio 2005 nella “cripta” della torre fu inaugurata una lapide a ricordo dei 241 civili morti per fame e per stenti nell’anno dell’invasione nemica.


Il campanile di Mosnigo fu ricostruito nell’immediato primo dopoguerra; fu inaugurato assieme alle nuove campane il 17 dicembre 1922. È alto m. 30 ed assume, sopra la cella campanaria, figura ottagonale con 16 piccole punte.

Le campane rispondono rispettivamente alle note musicali mi, fa diesis, sol diesis. Uscirono dal celebre laboratorio dell’ing. Francesco De Poli di Vittorio Veneto.

I tre campanili di Revine Lago: un patrimonio di storia e fede

Di Emiliano Bernardi, Pro Loco Revine Lago

Nel cuore del comune di Revine Lago svettano tre campanili, custodi silenziosi della storia, della fede e delle tradizioni che caratterizzano questo territorio.

Ognuno di essi è un simbolo, un richiamo al passato che intreccia storie di devozione, arte e comunità.

Il Campanile della Chiesa Arcipretale di San Matteo Apostolo di Revine ha origini antiche che risalgono al 1426, ma l’attuale struttura è il risultato di una ricostruzione avvenuta nel 1926, che ha sostituito il campanile precedente eretto tra il 1611 e il 1613 (singolare la foto dei due campanili attigui senza campane).

Questo campanile, con la sua imponenza e semplicità, si erge come testimone della resilienza di una comunità che ha saputo custodire la propria identità e rinnovarla nel tempo.

Il Campanile di Lago, risalente al XIV secolo, è una gemma che racchiude il fascino dell’antico. Situato accanto alla vecchia chiesa, non è stato trasferito presso la “nuova” Chiesa di San Giorgio Martire, consacrata nel 1923.

Pur danneggiato dal terremoto degli anni ’30, che gli ha fatto perdere la caratteristica cupoletta, questo campanile è oggi oggetto di un attento restauro.

La chiesa adiacente, scrigno di capolavori artistici, ospita opere di Francesco da Milano, Egidio Dall’Oglio e Francesco Beccaruzzi, che arricchiscono ulteriormente la spiritualità e il patrimonio culturale di questo luogo.

La Chiesa della Natività di Maria Santissima, con la sua torre campanaria, è forse la perla nascosta di Revine Lago.

Campanile Revine
Chiesa della Natività di Maria Santissima, foto di Luigi Dorigo, Fotoclub Sernaglia

Situata nella località di Santa Maria, tra le viuzze del borgo antico, questa chiesa incanta con la sua posizione panoramica che abbraccia i laghi e la montagna.

Risalente al 1170, vanta una storia millenaria, arricchita da ampliamenti e restauri che ne hanno svelato dettagli preziosi, come la monofora romanica ritrovata negli anni Ottanta.

Al suo interno, l’altare maggiore cattura lo sguardo con la pala di Francesco da Milano e le tele di Egidio Dall’Oglio, che un tempo componevano un trittico assieme agli angeli lignei policromi.

La chiesa è inoltre adornata da ex-voto, testimonianze di fede e devozione popolare che narrano la relazione profonda tra il sacro e la comunità.

Un aneddoto interessante lega questi campanili alla storia più recente.

Durante la guerra, le campane di quasi tutti i campanili della Sinistra Piave furono rimosse e fuse per scopi bellici.

Tuttavia, a Revine accadde un fatto straordinario: le uniche campane che si salvarono furono quelle del campanile di San Francesco di Revine e la piccola campana di Santa Maria.

Questo episodio rappresenta non solo un’eccezione storica, ma anche un simbolo della resilienza e della protezione che la comunità ha saputo offrire ai suoi beni più preziosi.

Questi tre campanili, così diversi tra loro, rappresentano i cuori pulsanti delle comunità di Revine Lago.

Ogni torre, ogni pietra racconta una storia che va oltre il tempo, ricordandoci che la fede, l’arte e la bellezza uniscono, arricchiscono e custodiscono l’identità del nostro territorio.

Guardando questi campanili, non vediamo solo il passato, ma il filo che lega le generazioni, una memoria collettiva che continua a vivere grazie alla cura e all’amore della comunità.

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