Anche se la tradizione vuole che la chiesetta di San Gallo sia stata costruita da frate Egidio di Lombardia intorno al 1430, in realtà la prima attestazione della sua esistenza risale al 1354. Non è chiaro se si trattasse di una cappella castrense o di un oratorio montano annesso alla chiesa di San Pietro di Soligo. La chiesa già allora era comunque identificata come chiesa di “Sancti Gali de Solico” e risultava già abitata da alcuni eremiti. Le date sono un po’ in contrasto tra di loro perché si è sempre riportato che frate Egidio abbia iniziato ad edificare, sulle rovine del castello caminese, distrutto nel 1378 e del quale rimangono alcuni massi quadrati lungo il viale alberato di cipressi che porta all’eremo.
Inoltre, l’altare è dedicato a San Biagio, santo al quale era intitolata la cappella interna al vecchio castello medievale.
Si è sempre pensato che l’intitolazione a Santo Abate Gallo fosse dovuta a frate Egidio che volle così ricordare i suoi primi anni di vita religiosa trascorsi nell’omonima abbazia in Svizzera. Potrebbe essere plausibile, invece, che frate Egidio sia giunto a Soligo, non per caso, ma sulla scia di altri eremiti di cui aveva sentito parlare in Svizzera…
Le date certe:
1354 Un documento identifica la chiesetta di “Sancti Gali de Solico”.
1378 La distruzione del castello dei Da Camino ad opera di Rambaldo di Collalto per volontà della Serenissima (abbiamo parlato ampiamente del “castello che non c’è”in questo articolo).
1383 Un documento attesta la donazione di Jacobino da Miane che lasciò “Cinque lire di denari piccoli per la copertura di quel sacello”.
1442 La data dell’affresco di San Gallo posto sull’altare maggiore.
1753 Completamento della costruzione del campanile.
Proprio il campanile è l’ultimo tassello di una serie di ampliamenti e restauri effettuati nella prima metà del 1700.
Già dal 1400 accanto all’oratorio fu costruita un’abitazione per gli eremiti.
Ma da cosa nasceva la decisione dei frati eremiti di isolarsi come frate Egidio?
Soprattutto durante il medioevo, l’insicurezza che derivava dalle violenze giornaliere, dalle epidemie, diffondeva negli animi un senso di catastrofe imminente, di attesa del giudizio universale.
L’ossessione per la salvezza e la paura dell’inferno erano spesso due motivazioni che inducevano anche chierici molto potenti e ricchi ad abbandonare tutto per ritirarsi in eremi e condurre un’esistenza di preghiera e ascesi.
Gli eremiti si distaccavano da sé, dimenticando il proprio corpo, fino ad “annegare” nell’infinità di Dio.
Certamente la bellezza dei luoghi dove questi eremi sorgevano, spesso contornati da panorami mozzafiato, rendevano questo esercizio meno difficile.
Anche a San Gallo, storia, leggenda, sacralità e natura s’intrecciano in un luogo di straordinaria bellezza.
Per molti anni San Gallo è stato meta di quanti andavano a “cior la son” (prendere il sonno).
Adulti e bambini vi si recavano per ricevere la benedizione e, dalla croce di legno posta sulla sommità del colle, veniva tolta una scheggia da mettere poi sotto il cuscino, assicurandosi così di non soffrire più d’insonnia.
Ora l’intera area è gestita e curata e dalla Pro Loco Soligo e dal locale Gruppo Alpini.
Ad est della chiesa si può ammirare il Monumento dell’Aviere che rappresenta un’ala di aereo stilizzata in cemento armato sormontata da una statua in bronzo della Madonna di Loreto, patrona e protettrice degli aviatori.
Il monumento è stato eretto per iniziativa degli Allievi dell’Associazione Aeronautica Quartier del Piave sul terreno donato al Comune di Farra di Soligo dalla famiglia Rigamonti.
La vista dal monumento è spettacolare a trecentosessanta gradi e spazia per tutta la vallata del Quartier del Piave, fin oltre il cordone collinare del Montello e a volte fino alla laguna di Venezia. A est, nord ed ovest il panorama è un anfiteatro naturale sulle Prealpi Trevigiane e Bellunesi.
S.G.: Sia il sonno in cui tu mi recuperi
delicato impossibile elegante
come l’attuale tuo modo di esistere.
Andrea Zanzotto, “San Gal sora la sòn” da Idioma – Mondadori 1986
(“S.G.” sta per San Gallo, n.d.r.).
[…] campanile di San Gallo fu inaugurato il 5 settembre 1753, come si apprende da una testimonianza del gastaldo Angelo […]
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