Ripercorriamo insieme le tappe di una tradizione lunga sessantaquattro anni e ancora viva e sentita in tutto il nostro territorio, e non solo
Articolo uscito su Il Gazzettino, 15 ottobre1957 – P.M. Bianchin e Leopoldo Nardi, detto Poldo, in occasione della seconda edizione dello Spiedo Gigante a Pieve di Soligo:
“Venne preparato nella piazza centrale, dinanzi al Municipio, un enorme focolare rialzato, di pietre, lungo una quindicina di metri, sopra il quale venne montato e saldato lo Spiedo Gigante lungo dieci metri, formato da oltre 60 spiedini più piccoli che di volta in volta venivano levati dal fuoco non appena la cacciagione era rosolata a puntino… Decine di cuochi, diretti da Mastro Poldo, si indaffaravano intorno allo spiedo a caricare e ricaricare uccelli e attizzare le braci, mentre le belle ragazze in costume trattenevano la folla assiepata intorno allo steccato in attesa di vendere i piattini con gli uccellini distesi sulla fetta di “polenta brustolada onta de tocio”. Intanto la folla aumentava nella piazza e a tutti veniva l’acquolina in bocca. I primi fortunati si leccavano le dita mentre si udivano le musiche dei gruppi popolareschi in costume… Battimani salutavano festosamente l’arrivo dei deli-ziosi uccelletti dal becco gentile che finivano negli stomachi capaci dei buongustai. Se n’è visto uno mangiarne ben trenta e poi mandar giù non so quanto vino bianco. Poi nella piazza c’erano i chioschi dove si serviva lo squisito Prosecco di questi meravigliosi colli avvolti di colori e luci incantevoli, in questo splendido fulgore di autunno. Oltre ai chioschi del vino c’erano quelli dell’uva, perché è stata celebrata anche la madre del vino, ed i dorati grappoli sono stati gustati abbondantemente dalla folla che aveva invaso tutti i locali dove ci si poteva sedere sino a tarda sera. La gente non se ne voleva andare via tanto presto, perché dopo i canti e sonate popola-resche, ci sono stati i fuochi d’artificio che hanno riscosso l’applauso finale, illuminando fantasmagoricamente le colline circostanti, mentre gli ultimi mangioni andavano a “tociàr poènta” nel sugo rimasto nelle profumate golose ormai deserte di uccelli.”
Racconta Enrico Dall’Anese nella pubblicazione “Spiedo d’Alta Marca”, iniziativa del Consorzio Pro Loco Quartier del Piave, tra i soci fondatori dell’Accademia dello Spiedo d’Alta Marca:
“Una sera di mezza primavera del lontano 1956 “Da Poldo” ci si attarda a chiacchierare fino a tardi: c’è Ettore Baratto, presidente della Pro Loco di Pieve, c’è il suo segretario Domenico Zorzi, detto Memi. Si parla di feste paesane. Il Prosecco contribuisce a illuminare la fantasia. Nasceva, proprio quella sera, l’idea di uno “spiedo gigante”: Baratto e Zorzi sarebbero stati la mente, Poldo il braccio. Poco dopo Zorzi presentava a Chiavegato e Susanetto un progetto dello spiedo, che essi trasformavano in un modello in legno. Ed è appunto come grande cuoco dello Spiedo Gigante di Pieve che vogliamo ricordare il compianto Poldo. Lo farà per oltre vent’anni, dal 1956 al 1977, quando sarà sostituito, come si dirà, dall’altrettanto bravo Ezio Antoniazzi.”
Nel ’56, dunque, si allestiva per la prima volta il cosidetto Spiedo Gigante, nella piazza di Pieve di Soligo. All’inizio si usavano “ugarin, morete, panigase e tordine”, i cosidetti uccelletti a becco gentile, tipica selvaggina cacciata nella zona. Poi la legge ne ha vietata la cattura e si è deciso di farlo con le quaglie di allevamento.
Ma molti ne rimpiangono la prelibatezza come si evince da questa poesia di Bepi Missaglia:
I fa pecà, lo so, i fa pecà !
pensando che i cantava su le piante
ma i oci diventa stralunai
quando sotto il camin… salta fora
uno speo de oseleti che s’indora.[…]
E allora sia ancora… benedeti
la veneta polenta e oseleti”
Erano anni in cui in piazza a Pieve di Soligo si poteva incontrare Toti Dal Monte, Giovanni Comisso, Andrea Zanzotto intenti a guardare i “maestri dello spiedo” aspettando di poter mangiare la loro agognata porzione di “polenta e osei”.
Del resto, proprio Comisso scrisse così, dello spiedo e delle sagre:
“Placida e limpida abita questa gente nei suoi paesi ad alternare i lavori assidui alle feste. Sono queste feste stagionali una sintesi della vita, entusiaste avide di attesa e di conquista al dischiudersi delle foglie, piene, solenni e generose al divampare del sole estivo, dolci e malinconiche al declinare dei raccolti e al cadere delle foglie. E vi sono sempre ad accompagnare queste moltitudini anelanti alla vita, uomini o donne esperti della cucina, come vivandieri di un esercito, che accanto a quadrati focolari con vivo fuoco e brace saggiamente distribuita, vigilano grandi spiedate di capretto, di polli e di uccelli, dosando il sale, regolando le dorature, ribattezzando le carni col loro sugo raccolto. La cucina è migliore proprio là dov’è più prossima alle risorse del posto…”
Nel corso degli anni è sparita anche la padella gigante, in cui l’addetta, Elsa Baratto, e altre donne friggevano le frittelle.
Era un padellone di circa quattro metri di diametro, collocato ad un’altezza di due metri e composto all’interno da tante piccole padelline contenenti olio, ognuna delle quali munita di autonome bombole di gas coperte da un grande tendone.
La sagra dello Spiedo Gigante è stata arricchita però di numerosi eventi collaterali ed è stata stimolo per la fondazione dell’Accademia dello Spiedo d’Alta Marca e del conseguente riconoscimento dello spiedo come prodotto tipico della zona.
È rimasta, insomma, la tradizione, ed è arrivato anche il Guiness World Record; nel 2017 alla presenza del giudice ufficiale del prestigioso riconoscimento, Lorenzo Veltri, è stata ufficilizzato il record di 4000 volatili arrostiti per ben 504,8 chilogrammi!
Quest’anno sarebbe stata la 64^ edizione. Purtroppo l’emergenza sanitaria ha fermato, per la prima volta, la storica manifestazione.
Ma lo spiedo d’Alta Marca è fruibile oggi più che mai in numerosi locali della zona. L’Accademia e i Maestri dello Spiedo hanno coinvolto ristoranti, agriturismi e trattorie nell’iniziativa “Lo spiedo è in tavola”, eleggendo ottobre come mese dello spiedo. Troverete tutte le informazioni in merito, qui nel nostro sito!
Debora Donadel
[…] spiedo d’Italia e del suo Guiness World Record ne abbiamo parlato diffusamente nell’articolo “Lo spiedo gigante tra storia, tradizione e record”, qui nel nostro […]
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