Perchè a Farra di Soligo esiste un colle intitolato ad Attila? Scopriamolo grazie a Enrico Dall’Anese

SUL COL D’ATTILA DOMINANDO LA PIANA DI SERNAGLIA

Più che un colle potremmo definirlo un dosso, quello che si innalza solitario in una elevazione tondeggiante e tozza a sud di Farra di Soligo.

Dal poggio, oggi “pettinato a vigneti”, come ebbe poeticamente a scrivere il compianto storico don Feliciano Gallon parlando delle nostre colline, si domina l’intera piana di Sernaglia a sud e l’intera catena collinare a nord.

colline unesco

Secondo la fantasia popolare, si tratterebbe di un gigantesco tumulo elevato dalle orde selvagge del terribile Attila, che gli anziani fino agli anni Settanta ricordavano come “il flagello di Dio”. Lo avrebbero innalzato scavando una parte del Montello per dare sbocco al Piave, formando così la stretta di Nervesa. Qui il grande condottiero unno sarebbe morto e sarebbe stato sepolto insieme ad immensi tesori.

La tradizione era così radicata che nei secoli scorsi più di qualcuno si mise a cavare qua e là in cerca di fortuna.

Farra di Soligo 5

In tempi recenti anche la scienza cominciò ad indagare…

Nel 1996, piega il geologo Gino Lucchetta, fu eseguito un ampio scavo sul vicino Colle Regina, che presenta caratteristiche geologiche analoghe. E qualcosa di strano fu trovato. Si constatò che gli strati di argille limose, del tutto simili a quelle che affiorano sulle prime balze delle colline, avevano una giacitura immergente di circa 30° verso nord-nordovest, quindi contraria rispetto a quanto riportato in tutta la bibliografia geologica del Quartier del Piave.

Farra di Soligo 6

C’è stata dunque la mano di Attila?

La scienza sorride e col suo linguaggio tecnico conclude: “Si tratta di un residuo morenico dell’interglaciale Riss-Wure e la diversità di giacitura potrebbe essere spiegata come una piega secondaria sul fianco della sinclinale del fiume Soligo”.

Poche parole in grado di soddisfare la nostra curiosità, ma anche di uccidere in un attimo quanto la fantasia popolare aveva tramandato per oltre un millennio.

Testo di Enrico Dall’Anese – Mensile Febbraio Eventi Venetando

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