Leggende che si intrecciano con antiche tradizioni contadine in occasione di uno dei Santi più festeggiati nei nostri paesi
Quasi tutti sanno la storia di San Martino, soldato dell’impero romano, che, mosso dalla pietà per un povero mendicante, tagliò il suo mantello e glielo donò per proteggersi dal freddo e dall’acqua. Gesù, che gli apparve in sogno quella stessa notte, gli restituì il mantello integro la mattina successiva. In seguito si fece battezzare, e divenne, molto più tardi, Vescovo di Tours.
Leggenda vuole che, invece Dio, per premiare la sua buona azione, fece ritornare il sereno e alzare le temperature, regalando poi a tutti noi, la cosiddetta “estate di San Martino”.
“Per la campagna triste e lontana
gelida soffia la tramontana.
Martino scende dal suo destriero
c’è un poverello lungo il sentiero…
Non ha vestito, casa non ha,
a riposarsi come farà?
Il cavaliere toglie il mantello,
metà lo dona al poverello.
Oh, meraviglia: si rompe il cielo…
E si diffonde dolce un tepore,
qua e là tra l’erba rispunta il fiore.
Dal cielo scende, premio divino,
sempre l’estate di San Martino.”
L. Cerruti

Non tutti sanno che, invece, in molti paesi dell’Europa, dove il Santo è venerato, la sera dell’11 novembre, i bambini sfilano tra le vie con le cosidette “Lanterne di San Martino”, simbolo di buon auspicio e calore umano. Non di rado, usano anche chiedere caramelle e dolci a chi assiste alla fiaccolata, proprio come a Halloween!
Nelle aree agricole l’11 novembre è stata fino a qualche anno fa, la data in cui iniziavano e finivano i contratti legati al lavoro nei campi: affitto, mezzadria, etc. Ovviamente chi aveva una casa in uso in questi terreni doveva lasciarla libera proprio il giorno di San Martino; per questo ancora oggi “fare San Martino” e sinonimo di traslocare o di “fare confusione” intendo il trasloco come un momento di grande caos…

Inoltre nella tradizione cattolica, il 12 novembre è il giorno d’inizio del digiuno prima del Natale, e per questo l’11 novembre è stato per molto tempo un “capodanno contadino” festeggiato con grandi mangiate.
Il piatto tipico di questa festa è stato, non solo nei nostri territori, l’oca.
La leggenda narra, infatti, che Martino non volesse diventare Vescovo e si nascose in una stalla piena di oche che, con il loro starnazzare, rivelarono il suo nascondiglio.
Ecco “servita” la tradizione dell’oca a San Martino da cui il proverbio veneto: “Chi no magna oca a San Martin, no’l fa el becco de un quatrin”, ma anche quello, popolare in tutta Italia: “Oca, castagne e vino, tieni tutto per San Martino“.
Altri piatti della tradizione contadina, riproposti nelle numerose sagre paesane dell’Alta Marca Trevigiana, sono il “Muset co le erbe”, il “Mus co la polenta” o il “Cunicio co la peverada”.

Ma, per tradizione, San Martino è il giorno della prima spillatura del vino novello; a testimonianza ricordiamo i proverbi: “A San Martin casca le foie e se spina el buon vin” e “da San Martin el mosto diventa vin”.
Nell’immediato dopo guerra, inoltre, i primi giorni di novembre, proprio perché segnavano la fine della stagione agricola, coincidevano con il ritorno dei migranti stagionali: un motivo in più per festeggiare per tutte le famiglie che potevano finalmente riunirsi.

Oltre ai riti religiosi, sono tantissime le sagre in cui si festeggia San Martino nel nostro territorio.
Quest’anno, che l’emergenza sanitaria le ha fermate, vogliamo ricordarle per dare comunque lustro a tutte le associazioni che, nel tempo, hanno sempre lavorato per mantenere viva una delle tradizioni più sentita dell’Alta Marca.
*Festa de San Martin a cura della Pro Loco e della Parrocchia di Col San Martino, in occasione della Festa di San Martino, patrono del paese (nel 2019 si è svolta la 29^ edizione)
*Festeggiamenti di San Martino a cura della Pro Loco Mosnigo
*Sagra di San Martino a Premaor a cura del Comitato Festeggiamenti “Quei Quatro Gat de Premor” (nel 2019 si è svolta la 55^ edizione)
*San Martin a Falzé di Piave a cura dell’associazione Falzé Insieme – Circolo il Pedrè
*Sagra di San Martino a Colle Umberto a cura dell’associazione Istaidea (nel 2019 si è svolta la 21^ edizione)
Debora Donadel
