C’era una volta un unico feudo…
Così potrebbe iniziare la storia di Pieve di Soligo che, in effetti, fu diviso in due nel 1215, tra i Caminesi di Sopra, a sinistra del fiume Soligo e i Caminesi di Sotto, a destra. La parte a sinistra faceva parte del Cantone di Ceneda, Circondario di Cison di Valmarino e passò successivamente sotto il dominio dei Brandolini e prese il nome di Contà. Quella a destra fu annessa al Circondario di Treviso, Cantone di Valdobbiadene, e prese il nome di Trevisan.
La prima unificazione, per così dire, avvenne in epoca napoleonica, quando il generale quando il gen. Fiorella, a nome di Napoleone, elesse Pieve di Soligo a sede di Municipalità nel Cantone e Distretto di Treviso.
Con l’istituzione della Provincia di Treviso (avvenuta durante il dominio asburgico) il territorio delle due pievi venne a formare, con la Gastaldia di Solighetto, il Comune di Pieve di Soligo, al quale venne aggregato nel 1862 il territorio delle frazioni di Barbisano e Barbisanello e per un periodo di diciassette anni, dal 1928 al 1945, venne aggiunto anche tutto il territorio dell’odierno Comune di Refrontolo.
Negli anni della divisione “politica” il paese era unito, geograficamente, fin dal 1500, dal ponte sul Soligo. Il vecchio ponte di legno tinto di rosso coperto da una singolare tettoia, era, anzi il segno distintivo di un tipico borgo medioevale.
Tuttavia, nonostante l’aspetto romantico e pittoresco, quest’ultimo fu spesso oggetto di contenziosi tra le due parti e teatro di zuffe, risse e veri e propri fatti di sangue motivati da supposti diritti di giurisdizione che entrambe vantavano.
La storia del paese con la sua storica divisione è ben rappresentata anche nello stemma del comune di Pieve, dove una banda azzurra taglia trasversalmente lo stemma (a rappresentare il fiume Soligo) con un simbolo giusto a metà che indica il ponte; a destra della banda azzura vi è la parte rossa con righe bianche e rosse a ricordare una parte di stemma comitale e con la croce d’oro che simboleggia la pieve, attestata dal 1192 e poi reidificata nel novecento sulla stessa sede; a sinistra il campo azzurro si fregia delle torri dell’assemblea di Treviso per ricordare invece la dipendenza da tale città; in basso campeggia il nome latino del corso d’acqua: “Solicum”, ora simbolo dell’unità, ormai secolare, del paese.
Infatti, l’unica controversia arrivata ai giorni nostri si risolve con il “Tiro della fune”, durante il quale Contà e Trevisan si contendono la Pace, il trofeo della tenzone. Fu proprio la Pro Loco, nel 1983 ha inserire questa manifestazione nel calendario dell’ottobre pievigino.
Le due Pievi (a loro volta divise in quattro contrade) si scontrano in questa competizione, contornati da ancelle, sbandieratori e tamburini e rigorosamente in costumi medioevali. Arrichendosi di anno in anno di eventi collaterali, il tiro alla fune è diventato un appuntamento imperdibile, non solo per i pievigini.
Pievigini che restano, comunque, i principali protagonisti dell’evento, assiepandosi, già diverso tempo prima dell’inizio, sulle tribune allestite per l’occasione in piazza Vittorio Emanuele II, e sostenendo a gran voce la propria fazione di appartenenza arricchiscono la manifestazione con partecipazione, colori ed entusiasmo!
Contrade della Pieve del Contà
San Martino
Castèo
Borgo Ciassi
Morona
Borgo Sartori
Cal Santa
Borgo di Solighetto
Contrade della Pieve dei Trevisan
Borgo Chisini
Le Mure
I Casoni
Borgo Stolfi
Cao de Villa
Patean
Debora Donadel
[…] Se volete saperne di più sull’antica rivalità tra Trevisan e Contà potete leggere il nostro articolo “Pieve di Soligo, Contà e Trevisan e il ponte che unisce”. […]
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