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13 Febbraio 2025 - 13 Febbraio 2025
Cultura e Spettacolo
Treviso
Museo Luigi Bailo

Talk "Etica ed Estetica": Matteo Pamio racconta l'eredità paterna

Giovedì 13 febbraio alle ore 18.00, presso il Museo Luigi Bailo a Treviso

Talk "Etica ed Estetica": Matteo Pamio racconta l'eredità paterna

 

Giovedì 13 febbraio, nel talk dedicato agli studi professionali sul tema “Etica ed Estetica: riflessioni sul futuro dell’architettura e del design”, l’architetto Matteo Pamio parla dell’Architetto da Strada che è stato suo padre e dell’eredità portata avanti dallo studio che si traduce nel progettare con empatia. 

Giovedì 13 febbraio alle ore 18, al Museo Bailo di Treviso, lo studio robertopamio+partners, fondato dall’architetto Roberto Pamio e oggi gestito dai suoi figli Matteo e Paolo, partecipa ad uno dei talk organizzati a latere della mostra DIFFERENTI CON METODO. Dallo IUAV a Treviso. Architetti e designer dal 1960 al 1990, aperta fino al 23 febbraio. Gli incontri sono dedicati agli studi professionali e vertono sul tema “Etica ed Estetica: riflessioni sul futuro dell’architettura e del design”.

L’architetto Matteo Pamio nel suo intervento parlerà del metodo di lavoro del padre, ereditato poi dallo studio, che si basava su un approccio pratico e diretto, con una forte attenzione alla ricerca dell’ispirazione attraverso l’osservazione del mondo reale e l’uso dello schizzo come strumento di pensiero e creatività. Fondamentale la scelta di materiali naturali - pietra, legno, vetro - per coniugare estetica, etica e sostenibilità. Pamio si definiva "Architetto da Strada", perché il suo lavoro era profondamente radicato nella realtà urbana, vissuta quotidianamente. Le strade e le città erano per lui una fonte inesauribile di ispirazione, permettendogli di assorbire contaminazioni culturali e di creare progetti innovativi e inclusivi. I viaggi hanno portato influenze internazionali al suo approccio progettuale:

  • America: innovazione, funzionalità e spazi flessibili per adattarsi alle nuove esigenze della vita moderna
  • Europa: rispetto per la storia e il contesto, equilibrio tra tradizione e contemporaneità
  • Giappone: armonia con la natura, minimalismo e uso sapiente della luce e dei materiali

 

Etica, Natura e Relazione nell’architettura

Il lascito di Roberto Pamio si fonda su una visione sostenibile dell’architettura, non solo dal punto di vista ambientale ma anche relazionale ed emozionale. Il benessere delle persone e la connessione con gli spazi erano centrali nel suo approccio progettuale, che mirava a creare luoghi capaci di generare legami e migliorare la qualità della vita. 

L’eredità di mio padre è rinchiusa in una idea semplice ma potente: progettare per costruire legami: tra persone, tra passato e futuro, tra natura e tecnologia, tra persone e luoghi”, anticipa Matteo Pamio. “Nel contesto attuale, credo sia è fondamentale andare oltre: vedere anche il lato più emotivo e relazionale della sostenibilità, dove relazione ed empatia diventano elementi progettuali fondamentali”.

L’architettura non è fatta solo di forme e materiali, ma di emozioni, connessioni e vissuti. Le neuroscienze ci dicono che gli spazi influenzano profondamente il nostro stato d’animo, i nostri comportamenti e le nostre relazioni. Creare luoghi accoglienti significa progettare con empatia, ascoltare i bisogni e comprendere i desideri più profondi delle persone, trasformando gli ambienti in luoghi in grado di favorire il benessere psicofisico e una buona qualità della vita. 

Ancora oggi, nei progetti dello studio robertopamio+partners, con orgoglio e passione, si trova traccia degli insegnamenti ricevuti, della preziosa eredità di Roberto Pamio: ogni oggetto, ogni spazio è pensato per generare relazioni autentiche, favorendo un senso di appartenenza, benessere e armonia. Perché abitare non significa semplicemente occupare uno spazio, ma sentirlo proprio, viverlo come un’estensione del proprio essere e delle proprie emozioni.

 

Roberto Pamio tra i protagonisti della mostra DIFFERENTI CON METODO. Dallo IUAV a Treviso.

La mostra è stata organizzata dall’Associazione [e]DesignFestival e curata da Luciano Setten con Giuseppe Cangialosi, Luca Facchini, Mario Gemin, con la collaborazione di IUAV Venezia, di ADI VTAA e della Fondazione Architetti di Treviso. Narra i progetti di alcuni dei più importanti protagonisti del design e dell’architettura trevigiana degli ultimi sessant’anni, legati da una formazione universitaria svolta allo IUAV di Venezia, dotato d’un corpo docenti d’eccellenza, con importanti maestri dell’architettura italiana quali Franco Albini, Ignazio Gardella, Bruno Zevi e Carlo Scarpa, in una congiuntura delle più favorevoli.

Il periodo storico, 1960-1990, infatti porta a considerare, come scrive Roberto Masiero, “... le trasformazioni politiche e ideologiche che accompagnano il boom economico, l’emergere di una nuova classe dirigente, lo sviluppo di una industria diffusa dei beni di consumo a medio contenuto tecnologico, ma ad alto contenuto di immagine; l’inurbamento scomposto che ha modificato il paesaggio rurale ed ha letteralmente violentato i modi d’uso dei centri storici”.

Tra oggetti, progetti e studi in mostra, di Paolo Bandiera e Umberto Facchini, Luciano Gemin, Giuseppe Davanzo, Vittorio Rossi e Boccato-Gigante, si evidenzia il lavoro di Roberto Pamio, in un percorso espositivo che evidenzia l’anima segreta delle cose, con particolare attenzione ad una ricerca formale che si riscontra, costantemente, nelle opere degli architetti selezionati, tutti accomunati dalla capacità di visualizzare attraverso gli schizzi quale strumento per pre-vedere il progetto.

Architetto, designer e pittore, Roberto Pamio – scomparso nel 2021 - si è distinto nel mondo dell’architettura e del design per la capacità di emozionare attraverso le sue creazioni. In oltre mezzo secolo di attività, ha firmato innumerevoli progetti, in Italia e all'estero, da abitazioni private a complessi residenziali, spazi produttivi e pubblici, compresi pure alcuni monumenti, donati alla collettività. Professionalmente trevigiano d'adozione, Pamio è colui che in città realizzò le attuali antenne telefoniche "mascherate" da opere d'arte futuristiche, come quella di piazza Matteotti. In particolare, di Roberto Pamio vengono esposti i progetti architettonici di alcune ville, a Vicenza, nel Connecticut (1986), e a Treviso come Villa Bornello (1977), Torre Matteotti e Casa Ghedin (1990). E di design, tra cui il sofà Lara, disegnato per Stiwood negli anni ’60, e le lampade Gill del 1962 e Febo del 1970 per Leucos.

“Siamo molto orgogliosi che questa mostra celebri il lavoro e la visione di nostro padre” afferma l’architetto Matteo Pamio. “Onoriamo la sua eredità portando avanti il suo metodo basato su un perfetto equilibrio tra osservazione, ispirazione e immaginazione. Un approccio dove sostenibilità e creatività si combinano con funzionalità ed estetica, privilegiando materiali naturali per promuovere il benessere delle persone e il rispetto per l’ambiente”.

 

 

Mostra

DIFFERENTI CON METODO. Dallo IUAV a Treviso. Architetti e designer dal 1960 al 1990

Fino al 23 febbraio 2025, da martedì a domenica dalle 10 alle 18

Museo Bailo, Treviso

A cura di Luciano Setten con Giuseppe Cangialosi, Luca Facchini, Mario Gemin

Con la collaborazione di IUAV Venezia, di ADI VTAA e della Fondazione Architetti di Treviso

I TALK sono a cura di Paola Bellin

Per informazioni: www.edesignfestival.it





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