I luoghi sono anche le persone che li abitano, lasciando solchi profondi che non dobbiamo far cancellare dal tempo.

Qualche tempo fa abbiamo proposto alcune curiosità riguardanti Sernaglia della Battaglia. Occasione per poter ricordare Giocondo Pillonetto, il sindaco poeta.

Ricordavamo che l’antico centro storico di Sernaglia si trovava presso la frazione di Villanova; solo dopo la costruzione della chiesa di San Rocco, nel XVI secolo, la popolazione cominciò a insediarsi intorno ad essa, creando così il centro abitato che conosciamo tuttora, intorno alla piazza omonima.

Piazza in cui si erge uno dei monumenti ai Caduti più imponenti mai realizzati dall’illustre scultore solighettese Giovanni Possamai.

Durante il suo breve mandato di sindaco, Giocondo Pillonetto propose di spostare suddetto monumento perché d’intralcio alla circolazione: non fu ascoltato, come per altre innovazioni urbanistiche che furono considerate troppo all’avanguardia.

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Ma di questo sindaco “speciale”, ci piace ricordare il grande impegno che profuse nel raccogliere provviste, nel periodo immediatamente successivo alla guerra, partendo con un camion residuato di guerra messo a disposizione dal Comitato di Liberazione Nazionale, e raggiungendo più volte Milano, accompagnato spesso da Andrea Zanzotto o dallo scultore Carlo Conte.

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Il suo impegno per la comunità non si esaurì certo con il suo mandato. Fu proprio lui a celebrare, non solo con i suoi splendidi versi, il sacrificio dei tanti emigranti che lasciarono Sernaglia nel dopoguerra. E proprio per suo desiderio sorse, a Sernaglia, la prima associazione italiana di emigranti.

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Del carnevale e della nave corsara che fece allestire per la prima sfilata di carri mascherati di Sernaglia, abbiamo già parlato e lo faremo più ampiamente in seguito, dedicandogli un articolo a sé stante.

Lasciamo invece questa breve riflessione di Mario Rigoni Stern:

“Antoine De Saint-Exupéry nei suoi voli notturni vedeva sulla terra i fuochi dei pastori, dei nomadi, dei cacciatori, e da quelle piccole luci sulla terra degli uomini gli veniva conforto e commozione nella solitudine del cielo. Uno di questi piccoli fuochi era acceso anche a Sernaglia, ma non era il bagliore della battaglia, era il “fogheto” della poesia di Giocondo Pillonetto, barista della vita che ci ristora con i suoi versi per poter riprendere il cammino; e che malgrado tutto ci fa sperare, anche se tempi grami sembrano avvicinarsi, perché poesia e amore non possono morire. E lui ha saputo darcene prova.”

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Da “Mezza estate” di Giocondo Pillonetto:

Risveglia il sole

i sogni dell’ombre.

Ma la luce del giorno

è invecchiata ancora di un giorno.

Ma forse v’è ancora

qualcosa

di là della luce del giorno.

Fonti: Penultima fiaba – Poesie – Giocondo Pillonetto – Canova Edizioni

Debora Donadel

Giocondo_Pillonetto_(1910-1981).
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