Quarta e ultima parte della nostra rubrica “Luoghi dimenticati” dal magazine di Eventi Venetando 2023 con Pieve di Soligo, Moriago della Battaglia e Revine Lago.
La rubrica è nata per contribuire ad individuare e valorizzare quei luoghi “dimenticati” nei nostri paesi che avevano in passato un’importante funzione perla comunità ma che oggi appaiono trascurati o addirittura ignorati e andrebbero invece “riscoperti”.
Da gennaio 2024 ci stiamo invece occupando dei campanili del Quartier del Piave e della Vallata, scoprite nel nostro archivio i numeri già usciti!
Ottobre, Pieve di Soligo
La Piazzetta del Contà
A cura di Enrico Dall’Anese
È ufficialmente denominata Piazza Umberto I, ma popolarmente fu sempre per i Pievesani la “Piazzetta del Contà”. Un sito piuttosto angusto, che occupa in gran parte l’incrocio di quattro strade piuttosto trafficate, ma ricco di storia e di avvenimenti. Vale la pena ricordarlo in questa rubrica.
Qui, nel 1500, quando la Pieve era nettamente divisa in due parti, il Contà sotto Cison e il Trevisan sotto Treviso, sorse il primo mercato. Ne abbiamo notizia indiretta nel 1578, anno in cui il pievano della Pieve protesta presso il Podestà di Cison per la temerarietà di alcuni venditori che non si fanno scrupolo di distendere le loro merci (drappi, pelli, panni e lane) sul sagrato della chiesa e di portare le loro robe da vendere perfino nella chiesa stessa.
Nel 1638 il mercato è riconosciuto anche ufficialmente dalle autorità della Contea.
Nel corpo della piazza trovavano sistemazione le botteghe e i rivenditori di panni e tele, di ferramenta e cordami. Vi si potevano affiancare i venditori di formaggi e di altri prodotti di largo consumo. Le altre merci trovavano collocazione lungo le “quattro strade”.
Tutta l’area era gremita di gente in occasione delle feste paesane e di quelle patronali: fino al secondo conflitto mondiale al centro veniva issato l’albero della cuccagna.
A fine Ottocento la piazzetta era punto d’incontro per i Pievesani che vi si recavano ad attingere l’acqua nella fontana pubblica, fatta costruire dal sindaco Gaetano Schiratti nell’ambito della realizzazione della rete dell’acquedotto comunale (1885-1890). Qui i contadini venivano anche ad abbeverare le bestie.
La vecchia fontana in ghisa, al centro della piazzetta, fu rinnovata nel 1939 e denominata, dalla sua forma, fontana “dell’anfora”.
La costruzione fu decisa il 5 novembre 1938 e venne a costare 6.700 lire. Fu realizzata su progetto della ditta Giovanni Battistella, sotto la direzione del geometra comunale Ettore Villanova. Data l’inclinazione del suolo, si rese necessario il sostegno di un gradino circolare.
Per antica tradizione la popolazione della Pieve si recava un tempo proprio presso questa fontana per “bagnarsi gli occhi” dopo le cerimonie religiose del sabato santo nella chiesa arcipretale. Era un rito propiziatorio per “essere preservati dalla cecità”.
Nella casa ad est della piazzetta, che oggi ospita una farmacia, abitava, nei suoi lunghi soggiorni a Pieve, l’illustre professore di sociologia ed economia Giuseppe Toniolo, oggi Beato.
Sull’edificio, il 7 ottobre 2012, su iniziativa dell’Azione Cattolica, fu scoperta una lapide marmorea “come segno stabile e pubblico della presenza del Toniolo nella comunità ecclesiale e civile di Pieve”.
Novembre, Moriago della Battaglia
Il cippo commemorativo – L’Isola dei morti
A cura di Enrico Dall’Anese
Questa rubrica è dedicata ai luoghi trascurati della nostra zona che potrebbero essere valorizzati per fini culturali e ricreativi. L’Isola dei morti non è certo un luogo “dimenticato”, anzi è fra i più utilizzati da Pro Loco, Comune e Associazioni per le loro manifestazioni. Si rischia però alla lunga di dimenticare l’origine di manufatti particolarmente significativi, presenti in questi siti. È il caso del cippo commemorativo, che vorremmo qui ricordare.
I caduti nell’Isola negli epici giorni della fine d’ottobre 1918 riposano oggi nel vicino Ossario di Nervesa, in cui l’epopea del Montello monumentalmente si riassume. Nell’Isola essi sono ricordati dal rudimentale cippo, in forma di piramide, eretto in loro memoria nel 1923. È costituito da pietre tolte dal greto del fiume e saldate con calce. Sulla sommità spicca una singolare e conturbante croce di filo spinato da reticolati, intrecciato nel doloroso simbolo cristiano intorno ad un elmetto contorto. La bianca lapide frontale reca parole tratte dalla Preghiera di Sernaglia, che il “poeta-vate” Gabriele D’Annunzio stesso aveva dettato.
Due dei principali promotori della erezione del cippo, nel quinto anniversario della Vittoria, furono il senatore Co. Girolamo Brandolini e il dott. Giulio della notabile famiglia pievigina dei Sammartini.
Devoti cultori delle glorie e tradizioni locali, essi si proposero di commemorare quella ricorrenza e a tale scopo costituirono un Comitato del quale chiamarono a far parte i sindaci dei sei comuni della Piana della Sernaglia. Fu così deciso di commemorare i Caduti sul Piave erigendo sull’Isola dei Morti, ove fu costituita la prima testa di ponte, un cippo-altare. Contemporaneamente si stabilì di dare un’attestazione di perenne riconoscenza, acclamandolo cittadino onorario dei sei Comuni, al Gen. Vaccari, comandante di quel XXII Corpo d’Armata che, varcato a viva forza il Fiume Sacro, nell’aspra e memorabile lotta sbaragliava l’invasore.
La costruzione materiale del cippo fu attuata dai mezzadri di Giulio Sammartini, che vennero ritratti in una foto subito dopo il termine dei lavori.
In tempi abbastanza recenti si aggiunsero altri manufatti-simbolo: nel 1965 il santuario della Madonna del Piave; nel 1975 il busto bronzeo che ritrae E. A. Mario, l’autore dell’epica “Leggenda del Piave”; nel 1991 il monumento “Vita per la Pace”, scultura in pietra dell’artista Marbal. Dello stesso autore sono le altre due opere, inaugurate nel 2002, “Fiaccola con braciere” e “Santa Barbara”.
Dicembre, Revine Lago
La chiesetta di Santa Maria
A cura di Viviana Carlet – Pro Loco Revine Lago
Nel borgo medievale di Santa Maria, tra Revine e Lago, si respira un piccolo pezzo di storia antica che viene vissuto ogni giorno dai suoi abitanti. All’interno, troviamo numerose tele, tra le quali una Madonna col Bambino di Francesco da Milano (1502-1548), nonché due paliotti di Egidio Dall’Oglio (1705-1784) che raffigurano i SS. Stefano, Giorgio e l’Annunciazione.
Inoltre, una statua lignea della Madonna con bambino di autore ignoto e un altare in pietra del Seicento. Il sagrato erboso è situato appena fuori dall’edificio, e da esso scende una scalinata settecentesca al cui termine risiede un’originale cassetta di pietra per le elemosine.
Questo spazio verde, oltre ad accogliere i fedeli prima e dopo le – purtroppo rare – celebrazioni, è anche il caratteristico punto di ritrovo per la Festa dei Cornioli, che avviene ogni anno nel mese di agosto e rappresenta un’occasione conviviale ed una tradizione molto sentita dalle persone del luogo.
Trovate la prima, la seconda e la terza parte della rubrica del nostro magazine 2023 sempre qui nel nostro blog.