Il 2 febbraio è il giorno della Candelora, che, nella religione cattolica celebra la Presentazione di Gesù al tempio e la Purificazione di Maria. Ma vediamo insieme significato, origine e tradizione.

Origine Celtica

Presso i Celti si festeggiava Imbolc (o Oimelc) le notti del 31 gennaio, 1° e 2 febbraio.

Imbolc era la Festa della Pioggia (Imbolc deriva da Imb-folc, cioè grande pioggia) anche detta della fecondità e della purificazione.

Il culmine delle celebrazioni era appunto il 2 febbraio poiché è considerata la data a metà tra il solstizio d’inverno e l’equinozio di primavera e questa data era anche celebrata come festa di mezzo inverno.

Origine Romana

Nell’antica Roma, all’inizio di febbraio, si svolgevano processioni con fiaccole accese in onore della dea Giunone Februata (purificata) per festeggiare il vicino passaggio dal buio e freddo inverno alla luminosa e tiepida primavera.

Le torce venivano conservate per illuminare, per allontanare il male, per la protezione della casa e per propiziare buoni raccolti.

Cristianizzazione

I riti pagani, insomma, celebrano, da secoli, i primi giorni di febbraio festeggiando i primi movimenti della terra che precedono la primavera, la nuova vita, la nuova luce.

Anche la Candelora cristiana è la celebrazione dell’arrivo della luce, della purificazione, della rinascita e la fertilità. Inizialmente era celebrata il 14 Febbraio, ovvero 40 giorni dopo l’Epifania ma successivamente fu spostata al 2 Febbraio, ovvero 40 giorni dopo il Natale, la nascita di Gesù.

E in effetti il 2 di febbraio si benedicono le candele, simbolo di Cristo “luce per illuminare le genti”.

Proprio così fu chiamato Gesù dal vecchio Simeone al momento della presentazione al tempio di Gerusalemme. Si trattava di una prescrizione della legge giudaica riservata ai primogeniti maschi 40 giorni dopo la nascita.

Inoltre il giorno della Candelora è anche il giorno della Purificazione della Beata Vergine Maria. Ogni donna, come prescritto dalla tradizione ebraica del tempo, era considerata impura per 40 giorni, dopo i quali le era concesso di recarsi al Tempio di Gerusalemme per purificarsi.

Le candele benedette, poi, nelle case, andrebbero accese in particolari occasioni: la nascita o la morte di una persona o per chiedere protezione alle campagne nei momenti di calamità e tempeste. Il fumo della candela benedetta il giorno della Candelora serviva, secondo una antica usanza, a guarire dalle contusioni.

Seguendo i precetti della religione cattolica la festa della Candelora segna anche la fine del periodo natalizio e l’inizio del Carnevale.

La festa della Candelora nel Quartier del Piave. Tarzo e la sua chiesa.

La chiesa arcipretale di Tarzo è dedicata proprio alla Purificazione della Beata Vergine che del paese è patrona. In questi giorni infatti, si celebra la tradizionale festa della Candelora organizzata dalla Pro Loco locale (qui il link per saperne di più).

La chiesa è una delle più belle del nostro territorio e vanta la pala dell’altar maggiore ad opera di Cesare Vecellio, parente e allievo del celebre Tiziano.

La chiesa arcipretale di Tarzo così come la vediamo oggi è il frutto di una radicale ristrutturazione di una chiesa pre-esistente risalente al 1597. I lavori, iniziati nel 1742, si conclusero in realtà solo nel 1926 con l’inaugurazione dell’attuale facciata.

Non si conoscono molti particolari riguardanti l’antico edificio se non che l’altare maggiore dovesse essere rivolto dalla parte dove ora si trova la porta centrale d’ingresso. Infatti, anticamente, si usava orientare l’altare verso levante, cosicché il sacerdote e il popolo, pregando, avessero lo sguardo rivolto verso il paese da dove è apparso Cristo.

Perché quindi uno sconvolgimento così importante?

La leggenda dell’amore tradito

Come sempre, nell’incertezza della storia si radicano le leggende popolari

Si narra che all’inizio del settecento una giovane sposa rifiutò il suo assenso al matrimonio proprio davanti all’altare. Lo sposo, allora, livido e furioso per l’affronto subito, uccise la fidanzata lasciandola morente proprio lì sul posto.

Sacrilegio: la chiesa fu sconsacrata ma anche dopo la sua nuova consacrazione nessuno voleva più sposarsi dove si era compiuto un delitto così efferato.

E da qui la decisione di dare una fisionomia completamente diversa alla chiesa per cancellare in qualche modo quel tragico ricordo.

Si sostiene addirittura che, prima di arrivare alla drastica decisione, per “coprire” l’empietà rifecero per ben tre volte il pavimento!

La realtà, ovviamente, è diversa e, per fortuna, travalica qualsiasi drammatico contenuto: la radicale riconfigurazione della chiesa nacque dall’esigenza di ingrandire il vecchio edificio congiungendo a esso due antiche chiesette limitrofe.

I giorni dell’orso (o della marmotta…)

In alcune parti d’Italia questi giorni vengono chiamati “i giorni dell’orso“, perché se il tempo è buono questo animale esce dalla tana dopo il freddo dell’inverno.

Si dice sia per questo che in diverse parti del mondo, un uomo vestito da orso esce per le strade saltando e ballando dando vita a riti di carnevali tradizionali.

In America il 2 febbraio è il giorno della marmotta, seguendo le modalità contrarie a quelle dell’orso: la marmotta uscendo dalla tana osserva il cielo, se è soleggiato vede la sua ombra e rientra perché l’inverno durerà altre sei settimane, altrimenti durerà ancora per poco.

Credenze e detti popolari e contraddizioni

Anche in Italia, come in America, diamo al giorno della Candelora delle proprietà per così dire “barometriche”.

Uno dei proverbi più popolari recita:

“Quando vien la Candelora dell’inverno semo fora, ma se piove o tira vento, dell’inverno siamo dentro”

Ma un altro molto diffuso, dice:

“Per la Santa Candelora, se nevica o se plora dell’inverno siamo fora, ma se è sole o solicello siamo sempre a mezzo inverno”.

E quindi, che dite? “Dall’inverno siamo fora” o no?

VIADebora Donadel
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