Quella del 1944 fu un’estate “maledetta” per tutte le terre dell’Alta Marca Trevigiana…

Dal 12 al 31 agosto 1944 le nostre Prealpi furono teatro dell’attacco ai presidi partigiani da parte dei tedeschi.

Questi ultimi partirono da tre fronti diversi: Nord (Feltre e Belluno), Sud (Montebelluna e Treviso) ed Est (Vittorio Veneto) e presero d’assedio i presidi di Col San Martino e di Guia, del monte Pecol, di Solighetto e di Pieve di Soligo.

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Per ciò che riguarda Miane (sede del Comando della Brigata Mazzini e per questo obiettivo principale dei tedeschi), i partigiani, nel tentare di rallentarne l’avanzata, bloccarono la strada abbattendo molti alberi e abbandonandoli sul posto.

I tedeschi, furiosi per la tenace resistenza dei partigiani e per i rallentamenti, finirono con l’accanirsi sui civili: bruciarono case, fienili, stalle. Bloccato nel bosco del Madean, il comando tedesco minacciò il parroco di Combai di bruciare l’intero paese e di rastrellare tutti i civili tra i 15 e i 65 anni se non avesse fatto liberare il passaggio.

Don Giacomo Raccanelli fece eseguire l’ordine; i civili furono risparmiati ma i tedeschi a Miane diedero alle fiamme l’ex casa del Fascio (sede per circa un mese del Comando della Mazzini), le scuole comunali e il Municipio.

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Proseguirono nel rastrellamento nel Quartier del Piave e lungo tutta la vallata fino al Pian del Cansiglio dove, in quei giorni si concentrarono tutte le formazioni della Divisione “Nino Nannetti”, insieme a centinaia di civili.

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Di quei tristi eventi scrisse anche Daniele Ceschin in un libro, La lunga estate del 1944.
“Alla scarica dirompente dei fucili i prigionieri caddero insieme come fantocci. L’ufficiale che aveva ordinato il fuoco ripose l’inutile rivoltella, raggiunse con un salto gli altri e la colonna si mise nuovamente in movimento.
Subito, partiti i tedeschi, la gente corse là dove si erano sentiti gli spari. Al cimitero era accorso anche il parroco con un presentimento di più grave sventura: le donne avevano già trovato i loro morti e il sangue macchiava le mani che tergevano e carezzavano quei volti deturpati. Intorno si piangeva di pietà e di orrore. Il prete benedisse ad uno ad uno i caduti e i loro gruppi disperati. Solo due che abitavano con la madre e la sorella nel capoluogo non avevano ancora nessuno accanto”.

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Dal 2014 e per tre edizioni (l’ultima l’altr’anno), nella fascia montana compresa tra Malga Federa e Malga Salvedella Vecia, si è svolta, nell’ultimo weekend di agosto una rievocazione storica della Bandenkampf organizzata dai Comuni di Miane e Mel. Obiettivo della manifestazione, che speriamo ritorni anche in futuro, è quello di sensibilizzare le nostre genti nel ricordo delle grandi sofferenze e sacrifici durante la guerra e in particolar modo durante quella terribile estate del 1944.

Fonti:

Luca Nardi – Storie di guerra

Daniele Ceschin – La lunga estate del 1944

Debora Donadel

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